Il nome di Dio nel Nuovo Testamento. Perché è scomparso dai testi greci nel I e II secolo? Con 2 DVD

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Azzurra 7, 2009
Il nome di Dio non finisce mai di suscitare delle reazioni, positive o negative. Per esempio, alla fine del mese di agosto del 2008 il Vaticano ha raccomandato al suo gregge di non far più uso del vocabolo Yahvé nei canti liturgici, ma di conformarsi alla tradizione "storica" dei giudei e dei cristiani di non pronunciare il nome divino ad alta voce. Questa notizia illustra molto efficacemente l'avversione che la cristianità manifesta nei confronti del nome di Dio, un'avversione che non è recente ma che percorre tutta la sua storia, fin dai primi secoli. Tale avversione, come dimostra l'autore in questo saggio, porterà i copisti cristiani perfino ad emendare il testo del Nuovo Testamento, sostituendo il nome divino, che vi compariva in caratteri ebraici, con Kyrios, un termine greco più universale e quindi più gradito ai cristiani d'origine. Al contrario, le Sacre Scritture non contengono nessuna ambiguità nei confronti del nome. Per comprendere in quali circostanze storiche e culturali il cristianesimo si è allontanato dalle sue origini ed ha cessato di far menzione del nome, il presente studio si concentra sul periodo apostolico e post-apostolico. Questo studio, che concilia il rigore scientifico con l'accessibilità di lettura, permetterà di sensibilizzare il pubblico italiano al problema della presenza originale del nome divino nel Nuovo Testamento e darà un senso alla dichiarazione di Gesù: "Sia santificato il tuo nome".

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